Inno di Ossirinco

P. Oxy. XV 1786
manoscritto
P. Oxy. XV 1786
OperaTesto e notazione musicale dell'inno di Ossirinco
EpocaIII secolo
Linguagreco
Supportopapiro
Scritturacorsivo
Dimensioni5 × 29,6 cm
Pagine1
UbicazioneSackler Library, University of Oxford
Manuale

L'inno di Ossirinco è un inno cristiano in lingua greca, conservatosi esclusivamente all'interno di uno dei papiri di Ossirinco, il P. Oxy. XV 1786, che è il più antico manoscritto che conservi un inno cristiano sia nei versi sia nella notazione musicale.

Il P. Oxy. XV 1786 è conservato nelle Papyriology Rooms della Sackler Library, a Oxford, e fu scoperto a Ossirinco, in Egitto, nel 1918, e poi pubblicato nel 1922.[1] Il manoscritto fu compilato verso la fine del III secolo, periodo al quale è fatto risalire anche l'inno.

Descrizione

I versi dell'inno di Ossirinco furono composti in koinè, la lingua greca parlata in area mediterranea a partire dal III secolo a.C. circa; essi invocano poeticamente il silenzio per lodare la Santa Trinità, un esempio di fissità cosmica, un motivo ricorrente nella inni dell'antica Grecia.[2]

Dal punto di vista storico, questo inno dimostra la continuità della civiltà greca, nel corso della quale i cristiani eruditi di lingua greca adottarono la notazione musicale dei loro predecessori classici.[3]

La musica è scritta in notazione vocale greca;[4] è interamente diatonica, con un ambitus di un'ottava esatta da fa a fa di un'ottava superiore e un finale nominalmente sul sol (assumendo un'armatura di chiave senza diesis o bemolle). La notazione è in modo ipolidio e utilizza i simboli ritmici il macron (per il diseme, due unità di tempo), il limma combinato al macron, il punto (stigme, indica il tempo forte del piede metrico),[5] trattino e due punti.[6] Il testo è in gran parte impostato sillabicamente, con qualche breve melisma. Il metro dell'inno è essenzialmente anapestico, anche se ci sono alcune irregolarità.[7]

Questo inno è l'unico frammento sopravvissuto di notazione musicale cristiana dei primi quattrocento anni del periodo cristiano,[8] anche se lo storico e musicista Kenneth Levy[9] ha sostenuto che la melodia del Santo meglio conservata nel Requiem occidentale medievale, risale attorno al quarto secolo.[4]

Registrazioni moderne dell'inno sono incluse in varie raccolte di musica greca antica.

Lascia che ci sia silenzio Lascia che le stelle luminose smettano di brillare, Lascia dormire i venti (?) e tutti i fiumi rumorosi; E con l'inno al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, Lascia che tutti i poteri aggiungano "Amen", "Amen" Impero, lode sempre e gloria a Dio, L'unico benefattore, Amen, Amen. [ 7 ][senza fonte]

Note

  1. ^ Grenfell e Hunt, pp. 21-25.
  2. ^ Cosgrove, pp. 37-63. Secondo Cosgrove, il motivo della fissità cosmica può essere trovato nell'Iliade di Omero (19.255–19.256), nell'inno ad Apollo di Callimaco, nell'inno ad Apollo di Limenio, in uno degli inni di Mesomede di Creta, in due inni di Sinesio, eccetera.
  3. ^ Lang, 23: «Le poche parole e note del frammento di Ossirinco forniscono un documento inestimabile col quale dimostrare l'ininterrotta continuità che esiste tra la civiltà greca antica e cristiana. È testimonianza del fatto che i cristiani greci istruiti accettarono e trasferirono il sistema musicale dei loro antenati. Questo è però il nostro solo documento, e nel prenderlo a modello possiamo solo immaginare in che modo gli inni cantati nelle comunità cristiane delle grandi città egiziane potessero suonare».
  4. ^ a b McKinnon.
  5. ^ Egon Wellesz, Storia della musica, Feltrinelli editore, 1987, p. 414.
  6. ^ Pöhlmann e West, pp. 190-91 e 192.
  7. ^ Pöhlmann e West, pp. 192-193.
  8. ^ Smith 2011, 28.
  9. ^ Levy.

Bibliografia

  • (EN) Charles H. Cosgrove, Interpretation of the Text, in An Ancient Christian hymn with Musical Notation: Papyrus Oxyrhynchus 1786, Studien und Texte zu Antike und Christentum, vol. 65, Mohr Siebeck, 2011, ISBN 978-3-16-150923-0.
  • (EN) Bernard P. Grenfell e Arthur S. Hunt, 1786. Christian Hymn with Musical Notation, in The Oxyrhynchus Papyri, vol. XV, 1778–1828, Londra, Egypt Exploration Fund, 1922, pp. 21-25. URL consultato il 25 aprile 2020.
  • (EN) Paul Henry Lang, Music in Western Civilization, New York e Londra, W. W. Norton & Company, Inc., 1941, ISBN 978-0-393-04074-6.
  • (EN) Kenneth Levy, The Byzantine Sanctus and its Modal Tradition in East and West, in Annales Musicologiques, vol. 6, 1958-62, pp. 7-67.
  • (EN) McKinnon, James W. 2001. «Christian Church, Music of the Early. §II: Special Issues, 8. The Musical Character of Early Christian Song». The New Grove Dictionary of Music and Musicians, seconda edizione, a cura di Stanley Sadie e John Tyrrell. Londra: Macmillan Publishers. ISBN 9780333608005.
  • (EN) Egert Pöhlmann e Martin L. West, Documents of Ancient Greek Music: The Extant Melodies and Fragments, Oxford, Clarendon Press, 2001, ISBN 0-19-815223-X.
  • (EN) Smith, John Arthur. 2011. Music in Ancient Judaism and Early Christianity. Farnham: Ashgate Publishing, Ltd.; Burlington: Ashgate Publishing, Inc. ISBN 978-1-4094-9423-2.
  • (EN) West, Martin Litchfield. 1992. Ancient Greek Music. Oxford: Clarendon Press. ISBN 0-19-814975-1.

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