Itzan

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Itzan
Civiltàmaya
UtilizzoCentro urbano
Localizzazione
StatoBandiera del Guatemala Guatemala
ComuneLa Libertad
Scavi
Data scoperta1968
ArcheologoDennis e Louisa Wheeler
Mappa di localizzazione
Map
Modifica dati su Wikidata · Manuale
Coordinate: 16°34′00.01″N 90°28′00.01″W / 16.56667°N 90.46667°W16.56667; -90.46667

Itzan è un sito archeologico, un tempo una città abitata da gente Maya, situato nella municipalità di La Libertad nel dipartimento di Petén in Guatemala.[1] Diverse piccole strutture al sito vennero distrutte negli anni 80 durante degli scavi per la ricerca di petrolio da parte di Sonpetrol e Basic Resources Ltd.[1] Pur essendo piccola, la città era la più importante nella zona in quanto sono stati trovati una gran quantità di monumenti.[2]

La zona venne occupata all'inizio del medio preclassico.[3]

Luogo

Le rovine si trovano a 25 km di distanza da Dos Pilas, vicino a un tributario del fiume Pasion.[4] La città era su una collinetta naturale circondata da paludi stagionali.[5] Le rovine si trovano ad uguale distanza da Altar de Sacrificios e Seibal,[6] a 50 km di distanza dalla città moderna di Sayaxché e 8 km a nord del fiume Pasion.[7]

Storia

Itzan venne occupata costantemente dal Medio Preclassico fino al Tardo Classico, con una riduzione della popolazione nel Tardo Classico e la costruzione di una sola tomba.[8]

La scalinata 2 di Dos Pilas possiede dei segni geroglifici che spiegano che nel 652 la città di Calakmul prese possesso di Itzan,[9] e Dos Pilas stessa vinse in maniera schiacciante in battaglia contro la città.[10]

Una donna nobile da Itzan diventò la moglie di B'alaj Chan K'awiil, un re di Dos Pilas, e il loro figlio Itzamnaaj Balam ascese al trono della città.[11] La caduta del regno di Dos Pilas nell'ottavo secolo fu favorevole al rinvigorimento di Itzan.[12]

Il sito venne scoperto nel febbraio 1968 da Dennis e Louisa Wheeler, due volontari del Peace Corps.[5] Le rovine vennero esplorate dagli archeologi del Ceibal Project nel 1978, passando poche ore nel sito.[5]

Descrizione

Itzan era una città piccola ma che possedeva caratteristiche peculiari.[5] Gli scavi iniziali riportarono alla luce alcuni monumenti intagliati e grandi strutture, alcune alte fino a 7 metri.[5] Il nucleo del sito venne mappato nel 1986, quando gli archeologi notarono che un gran numero di costruzioni erano state danneggiate da dei saccheggiatori.[5]

Il nucleo del sito contiene una acropoli, delle grandi piazze e molte steli e altari.[5] Molti di questi monumenti erano posti in piazze aperte di fronte alle strutture maggiori.[5] I resti di testi geroglifici sono stati trovati associati alle scalinate a nord e sud della piazza occidentale.[2] La maggior parte dell'acropoli venne costruita sulla base di strutture del Preclassico.[13]

La periferia del sito tra 3,6 e 4 km a sud includeva almeno tre gruppi di case fatte di materiale deperibile.[14] Tutta la zona di Itzan occupa una striscia lunga 7 km e larga 300 metri, con il nucleo al centro.[15] Una strada moderna taglia in due parti il sito.[15]

La Stele 17 mostra un testo geroglifico che menziona i signori di Itzan e una delle città vicine, Altar de Sacrificios. Contiene anche una sezione di testo danneggiata che potrebbe riportare una storia di guerra tra Itzan ed El Chorro.[16]

La Stele 20 è frammentata. Un grosso pezzo è stato trovato nella parte nord-ovest dell'acropoli.[17]

Note

Bibliografia

  • (EN) Michael D. Coe, The Maya (Ancient Peoples and Places), 6ª ed., Londra e New York, Thames & Hudson, 1999.
  • (EN) Arthur A. Demarest, The Petexbatun Regional Archaeological Project: A Multidisciplinary Study of the Maya Collapse, Vanderbilt Institute of Mesoamerican Archaeology, Vol. 1, Nashville, Tennessee, Vanderbilt University Press, 2006, ISBN 0-8265-1443-X, OCLC 63178772.
  • (ES) Federico Fahsen, Jorge Mario Ortiz, Jeannette Castellanos e Luis Fernando Luin, La Escalinata 2 de Dos Pilas, Petén: Los nuevos escalones (PDF), in XVI Simposio de Investigaciones Arqueológicas en Guatemala, 2002 (J. P. Laporte, B. Arroyo, H. Escobedo y H. Mejía), Guatemala, Museo Nacional de Arqueología y Etnología, 2003, 679–692. URL consultato il 13 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2011).
  • (EN) Stephen D. Houston, Problematic Emblem Glyphs: Examples from Altar de Sacrificios, El Chorro, Río Azul, and Xultun (PDF), in Mesoweb articles, Mesoweb: An Exploration of Mesoamerican Cultures. URL consultato il 14 febbraio 2010.
  • (ES) Kevin Johnston, Fernando Moscoso Moller e Stefan Schmitt, Casas no-visibles de los Mayas Clásicos: Estructuras residenciales sin plataformas basales en Itzan, Petén. (PDF), in V Simposio de Investigaciones Arqueológicas en Guatemala, 1991 (J. P. Laporte, H. Escobedo e S. Brady), Guatemala, Museo Nacional de Arqueología y Etnología, 1992, pp. 131–147. URL consultato il 13 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 4 settembre 2011).
  • (EN) Simon Martin e Nikolai Grube, Chronicle of the Maya Kings and Queens: Deciphering the Dynasties of the Ancient Maya, Londra e New York, Thames & Hudson, 2000, ISBN 0-500-05103-8, OCLC 47358325.
  • (ES) Erick M. Ponciano, Recientes investigaciones arqueológicas en Itzan, La Libertad, Petén. (PDF), in II Simposio de Investigaciones Arqueológicas en Guatemala, 1988 (J. P. Laporte, S. Villagrán, H. Escobedo, D. de González e J. Valdés), Guatemala, Museo Nacional de Arqueología y Etnología, 1991, pp. 232–235. URL consultato l'11 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2011).
  • (ES) Otto Róman De León e Kevin Johnston, Hallazgos arqueológicos Preclásicos en Itzan, Petén. (PDF), in IV Simposio de Investigaciones Arqueológicas en Guatemala, 1990 (J. P. Laporte, H. Escobedo e S. Brady), Guatemala, Museo Nacional de Arqueología y Etnología, 1992, pp. 50–57. URL consultato il 12 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 4 settembre 2011).
  • (EN) Robert J. Sharer e Loa P. Traxler, The Ancient Maya, 6ª ed., Stanford, CA, Stanford University Press, 2006, ISBN 0-8047-4817-9, OCLC 57577446.
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