Wang Shu

Wang Shu
Premio Premio Pritzker 2012

Wang Shu[1] (Ürümqi, 4 novembre 1963) è un architetto cinese.

È attualmente il preside della Scuola di architettura della China Academy of Art. Nel 2012, Wang è diventato il primo cittadino cinese a vincere il Premio Pritzker, il più importante riconoscimento al mondo di architettura[2][3].

Ningbo Museum of Art (2005)
Ningbo Museum (2008)
Ningbo Tengtou Pavilion, Shanghai Expo (2010)

Approccio

Wang e sua moglie Lu Wenyu creano moderne architetture facendo uso di materiali tradizionali e utilizzando vecchie tecniche costruttive. Il Ningbo Museum è stato costruito con mattoni recuperati da edifici che erano stati demoliti per agevolare nuovi sviluppi. Wang è un convinto sostenitore del patrimonio architettonico dove la globalizzazione ha spogliato le città dai loro attributi particolari[4].

«In un'epoca in cui l'obbiettivo principale è quello di offrire uno stile diverso, individualizzato, Shu ha evitato una tale prerogativa. Ironicamente, con il suo modo di mescolare senza soluzione di continuità il contemporaneo con il culturale, l'innovazione con la tradizione, il lavoro di Shu è finito con l'autodefinirsi. Il lavoro è caratterizzato dalla sovrapposizione di materiali nuovi e dalla qualità espressiva basata sulle proporzioni e sulla scala tradizionali.[5]»

Wang richiede ai suoi studenti di architettura appena iscritti di trascorrere un anno lavorando con le proprie mani, apprendendo la carpenteria e la muratura di base, ed inoltre richiede agli altri insegnanti del dipartimento di imparare le attività costruttive di base. Questo in quanto, per Wang, "Solo le persone che capiscono la natura dei materiali possono fare dell'arte usando i materiali."[6]

Opere principali

Tra le opere principali di Wang si annoverano[7]:

Completate
  • Youth Center (1990), Haining
  • Library of Wenzheng College at Soochow University (1999–2000), Suzhou
  • Ningbo Museum of Art (2001–05)
  • Xiangshan Campus, China Academy of Art, Phases I & II (2002–07), Hangzhou
  • Vertical Courtyard Apartments (2002–07), Hangzhou
  • Sanhe House (2003), Nanchino
  • Teaching Building of the Music and Dance Department (2003–05), Dongguan
  • Ceramic House (2003–06), Jinhua
  • Five Scattered Houses (2003–06), Ningbo
  • Museo di Ningbo (2003–08)
  • Tiles garden, Mostra internazionale di architettura di Venezia (2006)
  • Old Town Conservation of Zhongshan Street (2007–09), Hangzhou
  • Exhibition Hall of the Imperial Street of Southern Song Dynasty (2009), Hangzhou
  • Ningbo Tengtou Pavilion, Shanghai Expo (2010)
In fase di costruzione o progettazione
  • Heyun Culture and Leisure Centers (2009), Kunming
  • City Cultural Center (2010), Jinhua
  • Shi Li Hong Zhuang Traditional Dowry Museum (2010), Ninghai
  • Contemporary Art Museum on the Dock (2010), Zhoushan
  • Buddhist Institute Library (2011), Hangzhou

Note

  1. ^ Nell'onomastica cinese il cognome precede il nome. "Wang" è il cognome.
  2. ^ Robin Pogrebin, For First Time, Architect in China Wins Field’s Top Prize, in New York Times, 27 febbraio 2012.
  3. ^ Pritzker Prize won by Chinese architect Wang Shu, in CBC News, 27 febbraio 2012.
  4. ^ Mure Dickie, "China's star architect blasts demolition culture", Financial Times, 25 May 2012. Retrieved 25 May 2012.
  5. ^ Karen Cilento, The Local Architect / Wang Shu, in ArchDaily, 28 febbraio 2012. URL consultato il 28 febbraio 2012.
  6. ^ Xu Wenwen, Honored architect goes his own way, in Shanghaidaily, 9 marzo 2012. URL consultato il 9 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2015).
  7. ^ Pritzker prize: Wang Shu 2012 Laureate Media Kit Archiviato il 23 marzo 2012 in Internet Archive., retrieved 28 February 2012

Bibliografia

  • Flavio Levi Wang Shu e la nuova architettura cinese, Phasar Edizioni, 2015, ISBN 978-88-6358-299-4.

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Collegamenti esterni

  • (EN) Wang Shu, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata
  • Images of selected works at Pritzker Prize.
  • Thorsten Botz-Bornstein: "WANG Shu and the Possibilities of Critical Regionalism in Chinese Architecture"[collegamento interrotto] in The Nordic Journal of Architectural Research, 1, 2009, 4–17.
Controllo di autoritàVIAF (EN) 100345293 · ISNI (EN) 0000 0000 7123 3419 · LCCN (EN) no2013056177 · GND (DE) 1024262901 · BNF (FR) cb161314004 (data) · J9U (ENHE) 987007378930905171 · NDL (ENJA) 031575650
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